Dove andrete? Quando partirete e per quanto tempo?
Io invece andrò in Thailandia, a Fang, un villaggio sulle montagne della regione Chiang Mai, a Nord del Paese. Partirò il 30 Luglio e tornerò il 29 Agosto: farò quindi 29 giorni di missione.
Come siete venuti a conoscenza di questi progetti?
Per questo motivo, durante gli incontri mensili per i giovani della Città, Don Daniele ha lanciato la proposta di partecipare come gruppo a uno di questi Cantieri, nello specifico quello in Georgia dal momento che sono 5 anni che nessuno vi si reca. E’ da diverso tempo che vorrei visitare una missione in Africa perché già quando ero adolescente avevo assistito ad alcune testimonianze di persone che aiutavano le popolazioni più povere in quel continente e mi avevano colpita molto. L’anno scorso, poi, ho iniziato a frequentare il cammino per i giovani organizzato dal PIME di Milano e, dopo alcuni mesi di percorso e di colloqui, mi hanno proposto di partire per la Thailandia durante l’estate. Io invece sono venuto a conoscenza di questa proposta durante la convivenza giovani cittadina, che si è tenuta all’oratorio San Giuseppe a maggio. Una ragazza me ne ha parlato, l’idea mi è piaciuta e ho deciso di iscrivermi.
Perché avete fatto questa scelta?
Perché mi è sembrata una proposta molto arricchente, capace di farmi conoscere realtà diverse dalla mia e di allargare i miei orizzonti per capire meglio il mondo. Mi entusiasmo l’idea di conoscere persone nuove e di mettermi al servizio dei più bisognosi. Perché si tratta di un’esperienza nuova, formativa, che mi permetterà di essere utile ad altre persone facendo qualcosa di pratico e concreto!
Cosa farete sul posto?
In seguito, ci sposteremo nei villaggi di Vale e Arali dove faremo animazione ai bambini e ai ragazzi disabili che frequentano i centri di assistenza. Inoltre, saremo a disposizione di Padre Misha (ndr: il responsabile del Cantiere in loco) anche per lavori più pratici che nasceranno sul momento come imbiancare o riordinare dei locali. Oltre a ciò, ogni giorno Padre Misha sorteggerà uno di noi per svolgere delle attività particolari in compagnia di un/a ragazzo/a georgiano/a, come collaborare con le suore di un convento o con altre realtà di volontariato presenti sul posto: purtroppo, infatti, la regione dove andremo è stata recentemente vittima di un’alluvione e probabilmente c’è ancora molto lavoro da fare per riportare la normalità. Anch’io dovrò prestare servizio presso un centro di accoglienza per i bambini dei villaggi montani. In questo momento e durante agosto i ragazzi thailandesi frequentano la scuola perché è la stagione delle piogge, mentre il periodo delle vacanze è ad aprile: io dovrò quindi fare animazione e attività educative con questi bambini, che hanno un’età compresa fra i 3 ai 14 anni circa. Ovviamente anch’io sarò a disposizione per lavori di vario genere, in base ai bisogni che sorgeranno sul momento.
Cosa vi aspettate da questa esperienza?
Anch’io non ho delle aspettative ben definite. Al PIME inoltre ci hanno detto di partire con delle domande, più che con delle attese. Sono pronta a tutto, nel senso che mi metterò al servizio di chi incontrerò, pronta a ricevere e dare tutto il possibile. Anch’io spero di tornare a casa arricchita. Io spero di conoscere tante persone nuove, di imparare ad aprirmi di più con gli altri, di essere più disponibile e rispettoso verso l’“altro” in generale, verso una cultura diversa dalla mia e di tornare a casa più maturo e con un bel ricordo di questa esperienza.
Con chi andrete?
Io viaggerò in compagnia di altre 2 ragazze, una di Milano e una del Veneto.
Avete qualche timore?
Ho paura di non riuscire ad aprirmi realmente con le persone del posto, di non riuscire ad entrare nella loro cultura, ma di vivere questa esperienza come una “turista”, con distacco, chiusa nei miei orizzonti mentali. Ho un po’ il timore di non riuscire a dare una mano come vorrei, di non riuscire ad aprirmi alla comunità locale, di non essere socievole con i ragazzi con cui dovrò fare animazione e di stare chiuso nel mio gruppo.
I vostri progetti prevedono già un seguito?
Una volta tornati a casa, pensiamo di portare la nostra esperienza nelle scuole, negli oratori, ovunque ci sarà occasione di sensibilizzare le persone al servizio verso i più bisognosi. Sì, anche in Thailandia la missione continuerà normalmente anche dopo il nostro ritorno e anch’io sarò chiamata a testimoniare la mia esperienza, con la speranza di avvicinare quante più persone ad una visione più fraterna e solidale del mondo.
Noi parrocchiani possiamo fare qualcosa per aiutarvi/sostenere questi progetti?
Anche nel mio caso, è possibile sostenere direttamente il PIME, il quale poi destina i fondi là dove c’è più bisogno (donazioni PIME Milano).
Le vostre famiglie/i vostri amici cosa dicono in merito a questa esperienza?
Anche i miei amici sono contenti e curiosi: mi hanno già chiesto di mandare loro tante foto e di raccontare loro tutte le esperienze che farò. Mio papà era preoccupato che i Padri missionari mi destinassero ad una missione in Africa; quando ha saputo che la meta era la Thailandia si è tranquillizzato un pochino… Mia mamma, invece, è un po’ più serena e, in generale, sono entrambi contenti e curiosi di questa mia esperienza. I miei amici, invece, non capiscono perché debba passare agosto in missione al posto di fare delle vacanze “normali”… non capiscono nemmeno perché frequenti il percorso di Giovani e Missione (ndr: il cammino organizzato dal PIME). Sì, anche la mia famiglia era un po’ preoccupata all’inizio, ma poi si sono tranquillizzati: sanno che si tratta di una bella esperienza e non vedono l’ora che gli racconti i miei vissuti. Anche i miei amici sono contenti, mi hanno chiesto le foto, di tenerli sempre aggiornarti e di passare un po’ di tempo con loro al mio ritorno.
Avete qualcosa di spontaneo da raccontare?
Inoltre, mi è piaciuta molto anche la Veglia Missionaria fatta nella chiesa di Santo Stefano a Milano, in cui il Vicario Episcopale Mario Delpini ha consegnato un mandato a tutti i giovani della Diocesi in partenza per qualche progetto di missione (ndr: non solo quelli della Caritas, ma anche quelli del PIME e di tutte le altre organizzazioni diocesane che inviano dei giovani al servizio delle popolazioni più bisognose). Anch’io sono rimasta meravigliata del cammino svolto al PIME: ci incontravamo un weekend al mese e facevano una formazione di gruppo che ritengo essere stata un’esperienza bellissima… la consiglio a tutti, al di là che vogliano partire per le missioni o meno. Ho partecipato anch’io all’incontro in Santo Stefano, ma mi è piaciuta di più la consegna dei mandati che abbiamo fatto qui al PIME… è stata davvero commovente!!